Questo frutto è una vera prelibatezza della Vallata. Il figo detto Moro, Figomoro o “longhet”, è una varietà tipica dell’area Pedemontana tra Veneto e Friuli.
Caratteristiche
Il figo ‘longhet de Tarz’ deve il nome alla sua forma più allungata rispetto ai fichi bianchi (più tondeggianti e adatti all’essicazione). La sua buccia è di colore marrone-violaceo e la polpa particolarmente tenera e mielosa lo rende una delle specie più dolci e pregiate tra i fichi conosciuti.
Area di coltivazione
Considerato un prodotto autoctono, è coltivata in tutta l’area Pedemontata tra Veneto e Friuli, dove trova un particolare microclima che sviluppano le qualità organolettiche che caratterizzano il Figo Moro.
Raccolta
Il periodo in cui gustarlo è tra agosto e settembre.
Le origini della coltivazione del Fico Moro
Da tempi lontani è radicato nel Tarzese, dove popola le zone di collina più impervie, e inadatte alla maggior parte degli altri alberi da frutto. Il ficomoro venne importato in Italia dai Fenici dall’Asia Minore e già la Repubblica di Venezia lo riconobbe subito come una specialità della zona, tanto da considerarlo una specie autoctona.
Le fonti storiche citano il figo longhet di Caneva nei documenti del XIV secolo come prodotto coltivato per il consumo sulle tavole delle feste Veneziane. Gustato fresco ai banchetti della città lagunare. ed essiccato per essere consumato durante i viaggi Veneziani nel Mediterraneo. Se fino al secolo scorso era un alimento nutriente e medicale, utile alla povera dieta contadina in periodi di carestie, oggi è una specialità di nicchia, sempre più richiesta sui mercati ortofrutticoli del Triveneto.
Utilizzi
Data la sua filiera corta e la produzione contenuta è un prodotto da consumare in loco, magari in qualche menù studiato appositamente dai ristoranti locali. Nella cucina ha molti utilizzi tra cui la preparazione di dolci, marmellate o ben abbinato a pietanze salate a base di ‘Oca del Mondragon’.