Livelet-Colmaggiore

Le Notizie Preistoriche

Mentre restano oscure le tracce dei primi popoli autoctoni, è invece cerrto che introno all’anno 1000 a.c. popolazioni Paleovenete si insediarono della zona. L’area lacustre permetteva lo svolgimento di numerose attività produttive, dall’agricoltura alla lavorazione del bronzo.

Diversi rinvenimenti hanno riconfermato quest’ipotesi, tra cui la scoperta di un villaggio Palafitticolo in località Colmaggiore di Tarzo. Ad oggi il sito  archeologico è il principale esempio di insediamento preistorico di tipo umido del Veneto Orientale.

L'impero romano

Roma conquista l’Alta Marca Trevigiana

Nemmeno un paradiso naturale e appartato come la Vallata è stata risparmiata dall’espansione romana.
La romanizzazione dei Veneti nacque come iniziale alleanza, per conquistare le crescenti incursioni di popolazioni Celtiche, che a partire dal III secolo a.C. facevano pressione sul lato Alpino Orientale.
Nel 181 a.c. i romani per controllare la sicurezza e difendere i passi fondamentali verso le Alpi Friulane. 

Storicamente i Veneti tennero sempre un rapporto di attaccamento e reciproco aiuto con Roma, tanto da partecipare alle guerre contro i Galli e aiutare Cesare contro Pompeo.
Proprio a seguito della vittoria riportata, Cesare decise di ricompensare la città di Oderzo con un espansione verso Nord e la creazione di 300 nuove centurie. Così facendo si infittiva la presenza romana fino ai piedi delle Prealpi Venete. 
Nel 15 a.C. Augusto include definitivamente la Vallata nell’orbita dell’ ‘
agro opitergino‘ (Oderzo) nel tentativo di creare utili avamposti di controllo per domare le popolazioni montane del Cadore.

Tracce di fortificazioni, appostamenti e strade romani sono stati rinvenuti in occasione di diversi scavi di adeguamento. Maggiori tracce di questo periodo storico sono conservate negli edifici del ‘Castrum‘ di Ceneda e Serravalle, centri militari di controllo sulla Valbelluna e Val Lapisina.

La zona dei Laghi di Revine fino a Tarzo e Cison di Valmarino erano sottoposti all’autorità Cenedese. Certo la solidità dell’impero romano aveva garantito quell’omogeneità territoriale, che venne distrutta dai tumulti e disordini che seguirono la sua caduta.

Le dominazioni Barbariche

I Longobardi

I secoli che seguono la fine dell’impero Romano hanno notevolmente stravolto l’organizzazione territoriale della Vallata, dando origine ai raggruppamenti in borgate e Pievi, visibile ancora oggi. L’area venne attraversata da diverse popolazioni barbare, tra cui i Goti e gli Ostrogoti di Alarico.

A seguito di due ondate migratorie tra il 476 e il 744 d.c., I longobardi divennero i veri padroni del campo, insediandosi nella zona e mescolandosi alla popolazione locale. 

A loro si deve la creazione del Ducato di Ceneda, che dopo la distruzione di Oderzo ad opera di Grimoaldo (635) divenne il centro politico più importante fra il Piave e il Livenza.  

 

La discesa di Carlo Magno

L’area di Ceneda e della Vallata rimane per Carlo Magno, un importante avamposto difensivo verso le Alpi e il confine Orientale minacciato dalle incursioni.

Il re franco con il decreto del 794 d.C., elevò il Ducato Longobardo di Ceneda a Contea, assegnando il dominio territoriale ai vescovi cenedesi. I domini del feudo vescovile comprendevano la Vallata e tutti territori dal Meduna al Livenza, dal Limana al Monte Celico (Col Visentin), dal Lago Morto al mare. Lo stesso imperatore Ottone I di Sassonia confermò questi domini sotto i Vescovi-Conti, che restarono a lungo i signori più potenti del Veneto Orientale.

Una foresta di Rocche e Fortezze

Approfittando della travagliata successione al trono dopo la morte di Ottone I di Sassonia, il suo protetto, il Vescovo-Conte di Belluno Giovanni II, diede il via ad una serie di conquiste militari sul territorio Cenedese. Tra il 973 e il 982, con il pretesto di arginare le incursioni unghare, Giovanni II conquista la Val Lapisina giungendo alle porte di Ceneda, Montaner, Fregona, Conegliano, spingendosi fino a Oderzo e Montebelluna.

Le lotte di conquista e le violente calamità e tribolazioni causate dalle popolazioni barbare, penetrate in suolo italico, favorino il proliferare di numerose torri, fortezze, rocche e castelli in tutta l’area collinare della Valsana. Lo stesso Vescovo di Belluno fu grande promotore dell’edilizia bellica come il castello in località Piai di Tarzo e il Castello di Conegliano, di sua attribuzione. Entrambi gli edifici sono preziose testimonianze architettoniche sopravvissute nei secoli grazie ai riusi in epoche successive.

Dopo l'anno Mille

Ceneda Contea Vescovile

Solamente il trattato di pace del Doge Pietro Orseolo pone fine alla conquista Bellunese e riconsegna Ceneda al suo Vescovo. Nel 994 d.C. Il diploma emesso dell’imperatore Ottone III di Sassonia la nomina Contea Vescovile, dove il Conte-Vescovo detiene autorità politica e religiosa sulla sua giurisdizione.

Negli anni tra il X e il XI secolo il Veneto orientale è mosso da continui scontri tra le famiglie feudatarie Trevigiani, Bellunesi, Cenedesi e Feltrini, che approfittano della debole autorità imperiale per imporre dei domini personali.

Dalla metà del XI emerge definitavemente la supremazia di Treviso e della Famiglia da Camino, che dominerà le vicende della Sinistra Piave per tutto il XIII e XIV secolo.

Ma lo scoccare dell’anno mille porta anche mutamenti e risvegli culturali, religiosi e sociali, dai quali anche la Vallata viene investita. 

Un clima di rinascita investe le nascenti realtà feudali e fa fiorire nuovi centri religiosi, come l’Abbazia Cistercense di Follina. 

I Da Camino Di Sopra e Di Sotto Ceneda

Già nel 1150 i Da Camino erano una delle famiglie più illustri della marca trevigiana grazie al dopo il riconoscimento a cittadini di Treviso e il vantaggioso matrimonio tra Guecello II° Da Camino e Sofia di Colfosco

Sofia era infatti erede della Contea di Ceneda, alla quale tutto il Trevigiano era sottoposto.  Nel 1235 i Caminesi si rivolsero all’allora vescovo di Ceneda, Alberto, per dividere i domini tra i vari rami della famiglia Da Camino-Colfosco.

Fu così che i “Da Camino di Sopra” nel ramo del conte Bianchino 3°, ebbero in cessione la Valmarino (Cison, Miane e Follina), Serravalle, Fregona, Formeniga Castello Roganzuolo e Cordignano.

Al titolo di Conti “Da Camino di Sotto”, i discendenti di Guecello 5° ottennero Camino, Oderzo, Motta, Credazzo, Cessalto, Tarzo.

La Repubblica di Venezia

Il conte-Vescovo di Ceneda aveva posto una clausola alla divisione dei feudi: la restituzione dei terreni al Vescovo, qualora uno dei due rami mancasse di eredi maschi.
Così accadde nel 1335, quando la morte di Rizzardo V pose fine alla dinastia dei Da Camino di Sopra.

Dopo una contesa con la moglie di di Rizzardo, Verde Della Scala della famiglia Scaligeri, il vescovo di Ceneda sconfisse i contendenti con l’aiuto dei procuratori di San Marco, ai quali concesse il feudo della Valmarino, e altri luoghi della Vallata tra cui Lago, Longhere e Serravalle.

La repubblica Veneziana rimase a lungo vassalla del Vescovo di Ceneda e sotto i suoi Podestà la zona prosperò nei commerci e nei traffici verso l’Allemagna.
Dopo varie vicende politiche la zona di Cison di Valmareno viene ceduta dal Doge Francesco Foscari ad Erasmo da Narni (meglio conosciuto come Gattamelata) e Brandolino da Bagnacavallo, come compenso per l’aiuto militare alla Serenissima.

Dal 1439, Brandolino da Bagnacavallo divenne l’unico signore della rocca di Valmareno. Di qui comincia la storia aurea del Borgo di Cison e del Castelbrando sotto la casata dei Brandolini d’Adda, che mantennero il titolo fino alla conquista Napoleonica del 1797.

I Da Camino di Sotto

Mentre il ramo dei cugini Da Camino di Sopra cedeva il passo ai Veneziani, il conte Tolberto della famiglia Da Camino di Sotto cedette spontaneamente la Contea di Tarzo, Arfanta, Colmaggiore, Corbanese e Fratta al vescovo di Ceneda, Francesco Arpone, inin cambio della città di Portobuffalè.

Così dal 1307, anno dell’accordo Francesco Arpone esercitò un dominio personale sulla Contea di Tarzo e territori annessi (per tanto non ceduti insieme ai domini feudali a Venezia) concedendo il titolo in successione ai suoi successori fino al 1769.

Solamente dal 1771, si registra la prima elezione del Podestà nella Contea, segnando la completa esautorazione del Vescovado. Sebbene sin dal 1400, il continuo espandersi della Serenissima in terraferma aveva molto limitato l’autorità politica del Vescovo nella contea di Tarzo. Dai territori della Vallata, Venezia importava grosse risorse naturali, minerarie e agricole, che contribuirono a sostenere la sua Repubblica millenaria.

Dal dominio Napoleonico ai giorni nostri

Dalla caduta della repubblica di Venezia, del 12 maggio 1797, tutto il Veneto passo in mano alla Francia di Napoleone Bonaparte.

Il Conciglio di Vienna del 1815 stabilì l’assegnazione del Lombardo-Veneto ad un vice-re sotto il dominio Austriaco, fino all’arrivo di Garibaldi e l’annessione del Veneto al Regno d’Italia nel 1885.

Sul finire del secolo ci furono molte mutazioni nella vita quotidiana delle comunità Pedemontane della Vallata, a comiciare dalla forte spinta migratoria verso la Germania e la Francia.

Il crepuscolo del secolo è segnato anche dalle prime scoperte archeologiche nella zona di Colmaggiore, l’apertura di complessi industriali a Revine e i centri tessili di Follina e Cison.

Il primo 900 vede la Vallata al centro dei fatti di cronaca sulla Prima Guerra Mondiale.
Tutta la Vallata si trovò coinvolta negli eventi bellici del 900.

Nel 1917 tutta l’area era stata occupata dalle truppe austro-ungariche per diversi mesi, prima che le truppe italiane riuscissero a sfondare il fronte sul Piave e risalire la pianura nell’attacco finale a Vittorio Veneto.

La città ancora oggi offre testimonianze e reperti del tempo, tanto nei musei quanto nei resti e memoriali disseminati sui pendii di colline e monti della Valsana.

Altri cimeli sono invece legati agli eventi del secondo conflitto mondiale. I racconti sulle gesta ed imprese delle forze di resistenza partigiana vengono tuttora tramandate tra gli anziani di tutta la valle. Persino tra i più giovani si favoleggia di alcuni treni sommersi, di rifugi nascosti e incredibili imprese partigiane, di cui potete leggere alla sezione approfondimenti.